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Questo libro ricostruisce la vita e le opere di Roberto Tremelloni (1900-1987), autorevole e pressoché dimenticato esponente del socialismo italiano. Nel nostro paese la socialdemocrazia ha vissuto per lungo tempo stretta sul piano politico tra l'imponente tradizione cattolica e l'influente cultura comunista. Questa compressione contribuiva, in seguito, a produrre una sorta di rimozione, sia in sede storiografica che politica, degli aspetti di modernità di tale esperienza a lungo negletta, come il caso di Tremelloni pare testimoniare. La decisa scelta occidentale, la fiducia nel mercato, quale luogo di esercizio della libertà delle persone e sistema economico più efficiente, e la concezione dello stato come strumento di regolazione della crescita e di riduzione delle disuguaglianze realizzavano la connessione con le idealità diffuse nelle forze progressiste delle democrazie più avanzate. Su questi principi si imperniava la "cultura di governo" di Tremelloni, fondata sulla consapevolezza che il compito storico delle forze progressiste all'indomani della Seconda guerra mondiale consistesse nel dismettere una visione classista per condividere la responsabilità di guidare tutta la società in accordo con i propri principi e in funzione del raggiungimento di un interesse generale. L'intensa attività culturale, politica e di governo di Tremelloni testimoniava della scelta del riformismo come metodo per raggiungere lo sviluppo economico.